Don Luigi Trofa parroco di cultura umanistica e scientifica

Nato a Serrara il 7 novembre 1876  da  agjati   proprietari terrieri, Luigi Trofa frequentò le elementari nel suo paesello, sotto la direzione di un maestro irascibile e di grande severità. Un giorno, per aver fatto una qualche marachella, fu colpito dal maestro, con una stecca, sul palmo della mano. La violenza della percossa gli procurò la frattura dell’ulna. La menomazione gli resterà per tutta la vita ! Entrato nel Seminario d’Ischia, frequentò con profitto il corso di studi, all’epoca di eccezionale rigore, sia perchè giustificato dal numero eccessivo di allievi (oltre centocinquanta), sia perchè il vescovo Giuseppe Candido, personalità di spicco nel mondo ecclesiastico  e accademico, aveva voluto uniformare i corsi ginnasiali e liceali del seminario ai programmi scolastici delle scuole pubbliche

Nel 1899, don Luigi dovette interrompere gli studi perchè fu  chiamato alle armi Si congedò nel 1900 con il grado di serqente e, ritornato in seminario, completò gli studi ottenendo il diaconato e suddiaconato nel 1902. L’anno dopo riceveva l’ordinazione sacerdotale.

 lnizialmente collaborò con il parroco Pasquale Scotti, poi, verso il 1910, fu nominato cappellano della chiesetta di S. Ciro, nella piccola borgata del Ciglio. Qui restò tre anni, prodigandosi con spiccato senso di carità e di amore nella povera comunità rurale, alleviando le sofferenze degli in· fermi, dando lezioni private ai ragazzi, svolgendo il ministero di pastore di anime con grande zelo e umanità. Nel 1912 cessava di vivere il parroco di Sant’Angelo, don Giuseppe lacono; la sede rimasta vacante non era ambita, perché la dotazione del la parrocchia di S. Michele non consentiva neppure di sopperire alle necessità quotidiane del sacerdote. Inoltre la posizione geografica del villaggio creava enormi difficoltà per i collegamenti  terrestri e isolava quelli che avevano desiderio di conservare frequenti contatti con i Comuni dell’Isola d’Ischia. Al concorso per tale parrocchia si presentò don Luigi Trofa, che po­ se cosi fine ai tanti luoghi comuni, creati con non poca esagerazione sul villaggio di Sant’Angelo.

Il 19 febbraio 1913, don Luigi prendeva possesso canonico della parocchia, con l’intervento del vescovo, mons. Mario Palladino, il quale era partito da Ischia Ponte su di un gozzo imbandierato, insieme a due canonici e al vice cancelliere, don Crescenzo Di Meglio. La solenne cerimonia dell’insediamento vide la partecipazione di tutta Sant’Angelo e di molti abitanti di Serrara e del Ciglio, già affiliali del parroco Trofa.
A Sant’Angelo, don Luigi rivelò tutta la sua cultura umanistica e scientifica, tutto il suo acume di sacerdote illuminato, tutto il suo entusiasmo nello svolgimento della missione pastorale. Alle incombenze di carattere ecclesiastico (celebrazione della Messa, amministrazione dei sacramenti, organizzazione di feste liturgiche, etc.) aggiunse la creazione di una scuola privata, dove preparava da solo gli studenti per gli esami della licenza elementare e per quelli della licenza tecnica: in tutto cinque anni di corsi, perché, stranamente, la scuola pubblica a Sant’Angelo si fermava alla…terza elementare !

Nei giorni festivi, poi, oltre alle funzioni religiose nella parrocchia di S. Angelo, doveva celebrare la messa nella chiesetta di Succhivo e tenere i corsi di catechismo. Tanto fervore di opere e di iniziative si interruppe bruscamente nel 1915, anno in cui l’Italia entrava in guerra contro l’Austria-Ungheria.

Don Luigi Trofa, per le note vicende della parrocchia non riconosciuta dal governo regio fu richiamato alle armi (senza godere della esenzione per i parroci) e dovette partire fra la costernazione dei fedeli santangiolesi. Allora il vescovo d’Ischia, mons. Pasquale Ragosta, intervenne con tutto il peso della sua autorità, sollecitando la definizione della prati ca di Assenso Regio, nuovamente istruita fin dal marzo del 1914.

Finalmente la tanto sospirata approvazione regia pervenne il3giugno 1915. Don Luigi Trofa tornò al paesello di S. Angelo nel corso dell’estate. Soppressa la licenza tecnica dalla riforma Gentile, don Luigi fu costretto a chiudere la scuola privata, ma già maturava in lui un’altra iniziativa,  dettatagli dal suo grande spirito di carità. In quegli anni era morto  il maestro Lorenzo Mattera, che per oltre mezzo secolo aveva assistito e curato gli ammalati di S. Angelo. Si avvertiva ,quindi, la necessità’ di disporre di una persona che potesse apprestare le prime cure agli infermi, inattesa della venuta del “dottore” da Serrara.

 Don Luigi si pose di buona lena e, dopo studi appropriati di medicina   e “consulti” con medici suoi conoscenti, riuscì ad apprendere quelle nozioni indispensabili per intervenire in quei casi di emergenza, tanto importanti per salvare la vita a un infermo. Continuò cosi per circa cinquant’anni, salendo alle Madonnelle tutte le mattine, per celebrar messa e visitare, casa per casa, i suoi parrocchiani. Aveva ottantasei anni quando, una sera difine luglio, tornando dalla parrocchia cadde a terra, sfinito e logorato dalla lunga e travagliata esistenza. Soccorso e accompagnato a casa, i presenti capirono subito che il parroco non ce l’avrebbe fatta ! Chiamarono il sacerdote per gli ultimi sacramenti, mentre la popolazione, assiepata nella stradina, seguiva con trepidazione gli ultimi momenti di vita del suo pastore.

Appena giunse  la notizia a Ischia, il vescovo Cece, accompagnato dal canonico don Pasquale Polito, si portò al capezzale dell’illustre in­fermo, ma ormai don Luigi Trofa era entrato in coma. Cessava  di vivere il 2 agosto 1962.

Nelle ultime volontà lasciava scritto che il suo corpo doveva essere  tumulato nel cimitero di Serrara Fontana. Per un pastore di anime che aveva dedicato l’intera esistenza alla popolazione di Sant’Angelo, lasciando non senza rimpianto il paese natio, queste ultime volontà van­ no intese come un “ritorno alle radici”; una testimonianza di fedeltà verso la terra dei padri.

Il Comune di Serrara Fontana, riconoscendo i meriti del pastore buono, gli intitolò una strada, mentre i filiali di S. Angelo apposero nella parrocchia di  S. Michele la seguente epigrafe marmorea:

Sant’Angelo memore del suo parroco Luigi Trofa apostolo dal 1913 al 1962 ne affida a questo marmo l’affetto e il ricordo perenne.