Pillole di fede – Chiese

La chiesa di San Ciro al CiglioSan Ciro medico, eremita e martire

Una bella chiesa anticamente dedicata a San Giacomo e alla Madonna dell’Assunta

Sulla strada verso il belvedere di Serrara Fontana, esattamente nella contrada del Ciglio, c’è una piccola Chiesa del XVII secolo, rimasta per molti anni fuori dal circuito museale dell’isola d’Ischia. Eppure bella lo è sempre stata, fin dalla sua edificazione nel 1661, ancor di più da settembre 2011, mese in cui sono terminati i lavori di restauro fortemente voluti da Flora D’Andrea, volitiva signora a capo dell’Associazione Culturale Ixion che ha nel recupero e la valorizzazione del patrimonio museale e monumentale dell’isola d’Ischia la prima e più importante ragione sociale.

   Al restauro della chiesa hanno contribuito i fedeli del posto, ma anche quelli delle altre parrocchie del comune di Serrara Fontana, oltre naturalmente alla collaborazione dell’ente locale e della Soprintendenza di Napoli. Un ruolo importante nella riqualificazione di questo sito monumentale è stato infine svolto dalla Fondazione Emiddio Mele, anch’essa con sede nel capoluogo partenopeo, che si occupa di promuovere e sviluppare le attività artigianali tipiche della Campania. E tra queste c’è sicuramente l’antica lavorazione del tufo verde del Monte Epomeo, attività a cui per secoli si sono dedicate le maestranze dell’isola d’Ischia per costruire i caratteristici muri a secco (detti “parracine”), rivestire le fosse per la raccolta e conservazione della neve durante l’inverno, fino al consolidamento dei terrazzamenti per la coltivazione della vite.

  Anche la Chiesa di San Ciro al Ciglio è stata interamente ricostruita con la pietra di tufo verde, ritornando al rivestimento originario che era stato sostituito nella prima ristrutturazione dell’edificio dopo il terribile terremoto di Casamicciola del 1883. L’altra particolarità è che sotto la Chiesa scorre da secoli una piccola sorgente d’acqua che nasce dalle viscere del Monte Epomeo, come correttamente annotato dallo storico locale Giuseppe D’Ascia:

          […] “Un rivo di acqua limpida, fresca e ristorante, che scende dall’Epomeo scorre in una piccola fonte, ai piedi di un poggio sul piazzale ch’è innanzi alla chiesetta” […]

La Chiesa di San Michele arc. a Sant’Angelo

Nella parte superiore dell’isolotto a Sant’Angelo un tempo sorgeva una chiesetta dove si instaurò il culto dell’Arcangelo S.Michele, l’Angelo protettore che, sembra, diede il nome al villaggio. Il culto di San Michele penetrò anche sull’isola d’Ischia ad opera dei monaci Benedettini, e tra i vari monasteri, già prima del mille possedevano uno anche a Sant’Angelo.

Il piccolo cenobio, come sembra, sorgeva sull’altura dell’isolotto di Sant’Angelo, in quell’epoca si presentava molto più vasto dell’attuale configurazione fisica con i suoi numerosi terrazzi stesi a semicerchio che venivano intensamente coltivati: quelli esposti a Sud erano favorevoli alla semina del grano, orzo, legumi ed alla caccia di passaggio, quelli del versante nord-est erano ancora ricchi di vigne, oliveti, frutteti, ficheti.

I monaci, lavorandovi, assicuravano la bisogna alla piccola comunità. Abitando per molti secoli su quella altura la arricchirono di altro bel titolo, quasi ad indicare la solitudine e la pace che vi regnava. Di fronte all’isolotto un tempo c’era una remota spiaggia, seminata di sparute case di pescatori, attaccate come ostriche a quella breve sponda senza porticciuolo nè scogliera, un villaggio preistorico, con banconi catramati e reti all’asciugo, dove uomini e donne erano indistintamente dediti alla pesca. Sta di fatto che durante il decennio dell’occupazione francese del regno di Napoli (1806-1815) l’isolotto, precisamente verso la fine del 1808 la torre regia cannoneggiata da ogni lato, da allora perse ogni funzionalità difensiva e religiosa, fino a quando non venne abbandonata.

Il paese ormai si sviluppava verso la marina opposta.

Intorno al 1850,veniva edificata l’attuale chiesa parrocchiale, al di sopra del villaggio dei pescatori, laddove sorgeva un’antica chiesetta chiamata “Santa Maria a Terra’. La nuova e attuale chiesa assunse il titolo di Maria Assunta in cielo, raffigurata in una tela che si ammira nell’abside. Contemporaneamente, dalla derelitta e abbandonata chiesetta, sita sull’isolotto, fu trasportato nel nuovo tempio la statua lignea di San Michele Arcangelo, ove continuò a fiorire il suo culto. Il primo maggio 1905 la nuova chiesa venne elevata a parrocchia sotto il titolo di San Michele Arcangelo. Il merito di aver dato a Sant’Angelo una parrocchia autonoma, spetta al canonico Giuseppe Iacono che ha donato una zonetta del vigneto appunto per questo scopo.

Festa patronale di San Michele arc.

San Michele Arcangelo scaccia il maligno e benedice terra e mare

Il mare è immobile e smaltato, riflette la luce pomeridiana perlacea dei cieli di Ischia quando all’orizzonte come un’apparizione spunta un grosso barcone di legno variopinto, con bandierine colorate, trasporta una statua anch’essa coloratissima, di legno dipinto: è san Michele Arcangelo che con un piede schiaccia il maligno. La statua di San Michele viene portata in processione per mare nel giorno della sua festa, il 29 settembre. Chi ha la fortuna di assistere a questa toccante ed antica cerimonia non la dimenticherà facilmente

La festa di San Michele Arcangelo, a Sant’Angelo d’Ischia, si svolge nella settimana che include il 29 Settembre (Festa dei Santi Arcangeli) d’ogni anno. I festeggiamenti incominciano con una fragorosa Diana e con un triduo di preparazione; la mattina della solennità del santo una banda musicale passa per le strade cittadine, dopodichè fa seguito la celebrazione della Santa messa. Al termine la statua del Santo è portata in processione fino in piazza, dove resta alla venerazione dei fedeli.

Nel pomeriggio si svolge la processione per mare, con l’imbarco nel porticciolo dei pescatori proseguendo verso punta Chiarito e poi verso i Maronti, accompagnata da numerosi fuochi d’artificio a cura degli abitanti del luogo e di tutti i devoti a San Michele. Poi avviene lo sbarco “sotto la Torre”. Da qui si svolge una piccola processione fino in piazza, dove poi si celebra la Santa messa accompagnata da canti liturgici.

Video della festa realizzato da Luca Ricci con il patrocinio del Comitato dei festeggiamenti.